Le foto di moda portano a volte i segni del tempo. Quelle in cui appare CHANEL sfuggono palesemente a questa regola. Lei che con le sue collezioni ha saputo rappresentare l’estetica della sua epoca – delle sue epoche – distinguendosi nelle sue creazioni, rimane moderna per sempre. “CHANEL, il corpo liberato” è il tema di un mio intervento al festival Voci della Storia che si terrà in quel di Seregno in due occasioni: dal 27 al 29 maggio e dal 10 al 12 giugno. Per chi non avesse avuto ancora l’occasione di conoscere il festival si tratta di una kermesse di incontri di stampo storico-letterario, e che in questa edizione 2016 cambierà in parte forma, modulandosi su due fine settimana e aggiungendo, rispetto alle precedenti edizioni anche conferenze, laboratori e presentazioni per i più piccoli, oltre a rievocazioni storiche e grandi nomi della cultura per dimostrare che anche la Storia può diventare spettacolo.
Il 27 maggio vedrà la propria apertura con l’evento di Antonio Caprarica e il suo omaggio alla Regina Elisabetta, a seguire tra i tanti Mario Giordano, Alessandro Barbero, Gianluigi Nuzzi, Gillo Dorfles, Antonio Calabrò e la chiusura con Gualtiero Marchesi. Tra le particolarità di questa edizione, la lectio magistralis per bambini su Cleopatra, tenuta dalla storica Jennifer Radulovic e il laboratorio di geroglifici, la conversazione su Coco Chanel fatta da me e il dibattito sul liberalismo tra i filosofi Corrado Ocone e Giuseppe Girgenti.
Che c’entro io tra letterati, storici, filosofi e scrittori? Boh, vedremo… Mi dà coraggio, oltre a un’incontenibile inconsapevolezza, quanto ha scritto Dino Buzzati, e cioè “Lo scrivere è una delle più ridicole e patetiche nostre illusioni. Crediamo di fare cosa importante tracciando delle contorte linee nere sopra carta bianca. Scrivi, scrivi. Alla fine, fra tonnellate di carta da buttar via, una riga si potrà salvare. (Forse)”.