Sono nato più o meno nell’epoca del succedaneo della cioccolata comperato nel negozio di alimentari e messo nella “rosetta”, gli anni del gelato piccolo a trenta lire senza panna, quando Patty Pravo era “la ragazza del Piper” e se portavi i pantaloni lunghi ed erano con ampiezza nel fondo inferiore ai 20 centimetri, eri un “matusa”.
In quegli anni nessuno sapeva che cosa fosse l’animalismo. Al massimo se lo cercavi su un vocabolario, era la definizione dei ritrattisti di soggetti animali. Però io ero piccolo eppure mi ricordo che la mia amica più cara, quella da cui non mi piaceva allontanarmi mai, quella che mi portava a “cavacecio”, cioè in groppa, per i non avvezzi agli idiomi, era Laika, un cane lupo femmina, che era stato chiamato così perché una sua omonima, una ventina di anni prima era stato il primo essere vivente ad andare in orbita su un missile russo. Fine presumibile, che aveva lasciato un ricordo indelebile in tanti.
Bene, Laika è stato il mio primo, di una serie infinita di cani, di tutti i tipi, non mi sono mai fermato a guardare la razza, come con le persone mi basta guardare gli occhi e mi pare di capirne l’essenza.
Sono fortemente anti specista, ma non per moda, perché è così, da sempre, punto e basta. Ma potrei dire di più, oltre a ritenere senzienti gli animali, in generale, mi allargherei anche alle piante, di cui sono convinto di percepire le richieste di acqua, all’occorrenza…
Probabilmente per dirla come quelli che parlano bene sono un vinciano, cioè come Leonardo da Vinci, amante e rispettoso di ogni forma vivente dalla nascita.
Non mi sono mai posto il pensiero del perché e per come è maturato in me questo radicato principio, forse sarà per questa aria indifesa nello sguardo, che ritrovo in ogni forma di vita in stato di disagio, ma non riesco a differire dall’amore e il senso di protezione che mi suscitano i bambini o gli anziani o chiunque si trovi in stato di esigenza.
Tant’è, adesso ho un paio di canucci piccoli e viziatissimi che mi seguono un po’ dovunque, durante i miei spostamenti, ma non mancano mai farfalle che mi si posano addosso, uccellini che vengono a mangiare o riposarsi sulle mie terrazze, gatti e bestioline di ogni tipo, che mi trovano se hanno bisogno di cure… Mi piace immaginare che come in un recente remake del film Il dottor Dolittle, gli animali si passino voce e mi trovino, in caso di emergenza.
Mi piacerebbe sentire le Vostre piccole “storie bestiali”, un ricordo, un’emozione, una storia che conservate nel cuore e che per paura di sembrare scemi, non avete ancora raccontato.